Lo Scoutismo
Cenni storici
Nel 1896 Robert Baden-Powell venne assegnato alla regione africana del Matabeleland, in Rhodesia Meridionale (nell’odierno Zimbabwe), presso il comando di Frederick Carrington, per la rivolta dei Matabele. Lì incontrò e fece amicizia con lo statunitense Frederick Russell Burnham, futuro fondatore dei Boy Scouts of America[6][7]. La Seconda guerra matabele rappresentò un’importante fase per lo scautismo, poiché fu da questa esperienza che nella mente del suo fondatore si abbozzarono le prime idee su quello che sarà il movimento scout. Praticata dai pionieri del West e dai nativi americani, l’arte della sopravvivenza non era molto conosciuta dall’Esercito Britannico, ma al contrario lo era da molti esploratori americani, come Burnham[8]. Le abilità di questa arte hanno costituito la base dell’odierno scouting e, dalla sua fondazione, dell’odierno scautismo.
Durante le loro pattuglie congiunte di esplorazione presso le Matobo Hills, Burnham e Baden-Powell ebbero modo di approfondire molto le loro conoscenze in ambito di sopravvivenza e comportamento, rivolgendo particolarmente i loro pensieri all’applicazione di queste arti presso un pubblico giovane, ponendo le basi per quello che saranno le capacità richieste e i codici d’onore nello scautismo, contenuti nel futuro libro (pubblicato nel 1908 da Baden-Powell), Scautismo per ragazzi, mattone fondamentale per l’intero movimento scout[9]. Fu durante la suddetta guerra inoltre che Baden-Powell iniziò a usare il cappellone boero[10][11] (come quello di Burnham), e ricevette il corno di Kudu, corno di guerra Ndebele, che successivamente utilizzerà per l’apertura e per le varie chiamate di raccolta del primo campo scout mondiale[

Robert Baden-Powell Data di nascita: 22. Febbraio 1857 Data di morte: 8. Gennaio 1941. Robert Baden-Powell, titolo completo Sir Robert Stephenson Smyth Baden-Powell, primo Barone Baden-Powell di Gilwell , è stato un generale, educatore e scrittore britannico, noto soprattutto per essere stato il fondatore, nel 1907, del movimento mondiale dello scautismo e subito dopo di quello del guidismo. Per i meriti riconosciutigli in ordine alla fondazione del movimento scout gli furono conferiti i titoli di Baronetto e di Lord. Gli scout e le guide lo chiamano più semplicemente B.-P. . Il giorno della sua nascita è festeggiato con il nome di Thinking Day.
Fonte>>>https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Baden-Powell












Storia dello Scautismo in Italia
Le origini
Il primo esperimento italiano di scautismo fu fatto nella primavera del 1910 per opera di sir Francis Vane, baronetto di Hutton. Si tenne a Bagni di Lucca. Il 12 luglio 1910, con l’aiuto di un maestro locale, Remo Molinari, il baronetto fondò ufficialmente un primo reparto di scout col nome di «Ragazzi Esploratori» (noti su molta carta stampata come Boy Knight, Ragazzi Patrioti, Piccoli Esploratori della Pace, Giovani Esploratori, Piccoli Cavalieri del Mondo), da cui presero origine i «Ragazzi Esploratori Italiani» (REI), sezione italiana degli inglesi British Boy Scouts. Il 6 novembre 1910 il reparto fu presentato a re Vittorio Emanuele III, che villeggiava nella vicina tenuta di San Rossore.
Vane, convinto pacifista, era uscito qualche tempo prima per dissidi dall’associazione scout di Robert Baden-Powell (la Boy Scout Association), che considerava all’epoca troppo legata all’ambiente militare, e nel dicembre 1909 aveva accettato la carica onoraria di presidente dei British Boy Scouts e delle British Girl Scouts; nel febbraio 1910 aveva creato una solida alleanza con la Boys Life Brigade, sotto il nome di National Peace Scouts. Fu a questo punto che il Vane venne in Italia, aprendo appunto il primo reparto di cui si è detto. Le due organizzazioni dissidenti vissero un paio di anni di forte crescita, per poi essere nuovamente eclissate dall’associazione di Baden-Powell.
A Genova un giovane maestro, Mario Mazza, aveva in precedenza (nel 1905) fondato una piccola associazione giovanile chiamata «Juventus juvat», composta da altri quattro giovani universitari che si dedicavano all’educazione di un gruppo di ragazzi denominato «Gioiosa». Alla notizia delle iniziative scout di Vane, Mazza gli scrisse una lettera di adesione. Quegli gli rispose di prendere contatto con il suo connazionale, il dottor James Spensley.
Spensley, medico di varie società inglesi di navigazione e popolare sportivo, fu uno dei principali promotori del gioco del calcio in Italia, entrando nel 1896 nel Genoa Cricket and Athletic Club. Nell’estate del 1910, in Inghilterra, aveva conosciuto Baden-Powell, che gli aveva donato una copia autografata del libro Scouting for Boys. Tornato a Genova, Spensley aveva iniziato a pensare al modo di introdurre lo scautismo in Italia e, venuto a conoscenza della prima iniziativa di sir Francis Vane, con cui era in contatto, lo invitò a Genova per tenere una conferenza sullo scautismo.
Il 13 novembre 1910 Vane tenne la conferenza sullo scautismo nella città ligure. Dopo la conferenza di Vane, si costituì, per iniziativa di Spensley un comitato per fondare una sezione dei REI. Il consiglio direttivo della sezione di Genova sarà composto, oltre che da Spensley in qualità di commissario, dal colonnello Ottavio Reghini come presidente e da Mario Mazza come segretario.
Il 18 e 19 dicembre dello stesso anno Vane organizzò a Firenze un convegno delle sezioni REI operative nel centro-nord Italia, durante il quale fu ufficialmente fondato il comitato regionale toscano e la struttura operativa dei Ragazzi Esploratori Italiani, che da quel momento assunsero in forma ufficiale questa denominazione; furono inoltre nominati i componenti del «comitato centrale». In quella occasione sir Francis Vane fu confermato «ispettore generale» della REI (figura equivalente a quella di capo scout d’Italia usata oggi); inoltre, l’associazione fu posta sotto l’alto patronato del Re.
La REI, che si diffuse ed ebbe ramificazioni in diverse località e regioni italiane, è pertanto la prima associazione scout italiana. Nel 1911 i REI contavano sezioni in Albinia, Brescia, Bardi, Bagni di Lucca, Firenze, Genova, Gallura, Giarre, Lucca, Messina, Milano, Modena, Molinella, Napoli, Perugia, Pisa, Pavia, Palermo, Pontedera, Roma, Venezia, Viareggio.
Tra il 1911 e il 1912 Mazza lasciò l’associazione per contrasti ideologici sorti con il presidente della sezione genovese, Ottavio Reghini, e riguardanti l’aspetto confessionale.
Mario Mazza ricostituì le sue Gioiose Liguri, questa volta in chiave scout, e successivamente, nel 1915, le denominò RECI (Ragazzi Esploratori Cattolici Italiani). Nonostante il nome, quest’associazione non andò mai oltre i confini della Liguria. Alla piccola RECI, che confluirà in seguito nell’Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI), è da attribuire la primogenitura dello scautismo cattolico italiano.
I REI liguri confluirono, in seguito, in buona parte nel CNGEI. Il colonnello Reghini diventò presidente della sezione del CNGEI di Genova. Spensley, in qualità di commissario delegato ligure dei REI, continuò a occuparsi della costituzione delle sezioni di Genova e Savona e inoltre, in più occasioni, collaborò col CNGEI fino allo scoppio della prima guerra mondiale.
Nel febbraio del 1913, Baden-Powell, ritornando dal viaggio di nozze insieme alla giovane moglie Olave, fece scalo a Napoli, per una visita alla città, agli scavi di Pompei e alla Reale Scuola Superiore di Agricoltura di Portici. Alla stazione di Portici ebbe la sorpresa di incontrare gli esploratori nautici della sezione locale dei REI collegata a quella di Napoli, i quali lo condussero a visitare la loro sede nel porto.
Nel luglio del 1913, una pattuglia formata da sette esploratori della REI (o, secondo altri, del CNGEI), condotta da Spensley, partecipò al primo grande raduno scout internazionale che si tenne nel Regno Unito, a Birmingham.
Altra iniziativa, intesa ad attuare e diffondere il movimento scout in Italia, si tenne a Milano nel 1910 a opera di un insegnante, Ugo Perucci. L’organizzazione assunse nel 1915 – dopo varie denominazioni – il nome di ARPI (Associazione dei Ragazzi Pionieri Italiani).
La prima associazione scout in Italia a diffusione nazionale e riconosciuta nacque nel 1912 per opera del dottor Carlo Colombo. Nel gennaio del 1912, Colombo terminò di scrivere lo statuto del suo movimento, diviso in due sezioni, maschile e femminile, che chiamò rispettivamente «Corpo dei giovani esploratori» e «Unione delle giovinette esploratrici», con lo scopo d’essere strumento educativo per tutti i ragazzi e le ragazze italiane. Con un gruppo di giovani della Società Sportiva «Podistica Lazio», Colombo compì un esperimento, avviato il 12 ottobre 1912, ai prati della Farnesina a Roma: fu un gran successo e da quell’iniziativa ebbe origine, all’interno della società, la quarta sezione, dedicata «all’istruzione premilitare, al tiro a segno e agli allievi esploratori». Quando si sentì pronto, Colombo si staccò dalla società sportiva dando vita al «Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori d’Italia» (GEDI), ufficialmente fondato a Roma il 30 giugno 1913. Nel Corpo Nazionale confluirono gran parte delle sezioni dei Ragazzi Esploratori Italiani (REI). I giovani esploratori, in omaggio ai primi gruppi scout, usarono il giglio dei REI della sezione ligure, a cui fu aggiunto il cartiglio col motto «Sii preparato».
Nel novembre del 1914 risulta già costituita, a Roma, sempre per cura di Colombo, la sezione femminile che accolse le girl scouts, anche se i primi esperimenti di scautismo femminile furono condotti fin dal 1913. La presidenza della sezione di Roma fu assunta dalla baronessa Ferrero, con al suo fianco Mary Rossi (già collaboratrice in Inghilterra di Lady Baden-Powell) in qualità di capo reparto e commissaria. Nella primavera del 1915 la sezione romana delle esploratici fu sciolta è prontamente ricostituita il 29 giugno 1915, quando si svolse l’assemblea costituente della «nuova» sezione di Roma delle giovinette esploratrici, che segnò la data ufficiale della nascita dell’Unione Nazionale delle Giovinette Esploratrici Italiane (UNGEI). Assunse la presidenza la principessa Anna Maria Borghese de Ferrari, mentre Mary Rossi fu rieletta commissaria.
Dal 5 maggio 1915 il CNGEI fu posto sotto l’alto patronato del Re. Il 21 dicembre 1916, il capo dello Stato, su proposta del ministro della Pubblica Istruzione Pasquale Ruffini, eresse il CNGEI in ente morale con decreto luogotenenziale, a riconoscimento della sua funzione educativa nei confronti della gioventù.
All’inizio gli ambienti e la stampa cattolica di stretta osservanza assunsero toni virulenti contro lo scautismo, avanzando argomenti di natura dottrinale, e in particolare contro lo scautismo femminile che fu definito una «sconvenienza» e una «incredibile audacia»; inoltre molte polemiche furono sollevate dai cattolici circa il legame tra lo scautismo, ed in particolare dal CNGEI, e la massoneria.[1]
Nonostante ciò, dall’entusiasmo di pochi convinti estimatori che riuscirono a smorzare e superare le diffidenze e i toni delle gerarchie cattoliche si pensò di costituire, come si è accennato, un’associazione scout specificatamente cattolica e maggiormente legata alla gerarchia ecclesiastica, essendo le prime organizzazioni scout non confessionali. Quindi dopo il fallimento, nell’aprile 1915, degli accordi raggiunti tra la presidenza del Corpo Nazionale e le organizzazioni cattoliche della «Federazione delle Associazioni Sportive Cattoliche Italiane» (FASCI) e della «Società della Gioventù Cattolica Italiana» (SGCI), che diedero vita alla nascita di alcune sezioni e sottosezioni del CNGEI, come a Fermo, Milano, Roma, Siena e Spoleto, formati esclusivamente da giovani cattolici e che, di fatto, furono le prime unità della nascente associazione scout cattolica, il 16 gennaio 1916, nasceva l’ASCI (Associazione Scautistica Cattolica Italiana – Esploratori d’Italia) che ebbe ben presto l’approvazione pontificia. Il primo commissario centrale fu il conte Mario di Carpegna, guardia nobile del papa. Uno dei punti fondamentali della nuova associazione scout cattolica fu la catechesi.
Qualche mese più tardi, il 28 maggio 1916, nel Palazzo dei principi Doria a Fassolo (Genova), alla presenza del commissario centrale il conte Mario di Carpegna, avviene la festa del rinnovo della promessa scout delle Gioiose Liguri dei RECI di Mazza che di fatto si unirono all’ASCI, avendo il diritto di mantenere la denominazione di Gioiose.
Alcuni giornali cattolici continueranno a battersi contro lo scautismo indistintamente, con immutato ardore, anche dopo la fondazione dell’ASCI, fino al momento in cui non interverranno i primi documenti pontifici.
Alla fondazione, l’ASCI adottò una bandiera bianca con giglio verde per distinguersi dal CNGEI che aveva bandiera verde con giglio giallo o bianco. Al verde, considerato indizio di influenze massoniche (ma era verde anche la bandiera dello scautismo inglese), l’ASCI volle contrapporre il bianco, colore del papa. Inoltre, l’ASCI adottò il giglio del REI, e quindi del Corpo Nazionale con la sola differenza della scritta, «Estote Parati», nel cartiglio. La sede centrale del CNGEI, dopo sterili polemiche, nell’ottobre del 1917 decise di modificare il proprio giglio.
Nel 1916, nel CNGEI fu costituita la classe speciale degli esploratori marini, fluviali e lacuali, sviluppando le attività già avviate dal 1915, formando dei reparti autonomi e separati da quelli degli esploratori comuni. Il primo convegno a carattere nazionale degli esploratori marini, fluviali e lacuali del CNGEI si svolse nel 1917. Campi marini nazionali si svolsero nel 1918, nel 1919, nel 1920 e nel 1922 a cui seguirono altri incontri nazionali. Importanti furono anche le imprese dei reparti fluviali e lacuali. Tra le specialità degli esploratori marini e fluviali è da ricordare gli «idro-ski», cioè speciali scivolatori sull’acqua, che destarono l’interesse di Baden-Powell. Nell’UNGEI non era previsto la classe marini, infatti le attività marine non erano una caratteristica del reparto ma un’attività.
Nel 1918, il vicepresidente e commissario generale delegato del CNGEI, professor Vittorio Fiorini, nella sua relazione al Convegno nazionale tenutosi a Roma, propose l’istituzione della classe «Seniori», vale a dire gli adulti scout. La proposta di Fiorini, approvata dagli Organi Statutari, ebbe pratica attuazione nel 1919 con l’istituzione degli Esploratori Seniori.
Nel 1920 si tiene il primo Jamboree mondiale, ospitato nell’area espositiva di Olympia, a Londra: presenti anche le delegazioni scout italiane dell’ASCI, composta da diciotto scout guidati da Mario Mazza e da Mario di Carpegna, e del CNGEI, formata da Carlo Ratti e Bruno Cavalieri Ducati. In contemporanea al Jamboree si tenne la prima conferenza internazionale per discutere sulla costituzione di un comitato internazionale permanente. L’ASCI e il CNGEI furono, in seguito alla loro partecipazione, dichiarate e registrate come soci fondatori della conferenza internazionale scout.
Nel luglio 1920, nel St. Hugh’s college di Oxford, in Inghilterra, si tenne il primo convegno delle associazioni scout femminili esistenti. Il convegno, che fu considerato la prima Conferenza internazionale dello scautismo femminile, vide la partecipazione dell’Italia con l’UNGEI.
Nel febbraio 1923, in seguito alla Conferenza internazionale scout di Parigi del 1922 che diversificò il movimento maschile e quello femminile, l’UNGEI con l’approvazione del nuovo statuto modifica il proprio nome in UNGVI (Unione Nazionale Giovinette Volontarie Italiane) con una fisionomia propria ed autonoma.
In questi anni si ebbe la prima idea di costituire in Italia una «Federazione» dello scautismo grazie alla piccola associazione dell’ARPI che proporrà al CNGEI ed all’ASCI di gettare le basi per una intesa federativa, ottenendo in cambio un deciso rifiuto.
Probabilmente i tempi non erano ancora maturi, anche perché nuvole minacciose si delineavano all’orizzonte, e tra il 1927 e il 1928 il regime fascista sciolse le associazioni scout italiane per far confluire tutti i ragazzi nei Balilla.
Il 14 gennaio 1927, in seguito all’entrata in vigore della “Legge Balilla”, il commissariato centrale dell’ASCI informa i dirigenti locali di sciogliere i reparti nei centri inferiori a ventimila abitanti non capoluoghi di provincia, inoltre comunica di applicare sulle bandiere e le fiamme dei reparti rimasti il simbolo del fascio littorio con la scritta ONB (Opera Nazionale Balilla) e di esporre nelle sedi un ritratto di Mussolini. Per di più l’Associazione sarà costretta a cambiare il proprio nome in Giovani Esploratori Cattolici Italiani, mantenendo la sigla ASCI nella sottodenominazione di «Associazione Scolte Cattoliche Italiane».
Il 10 febbraio del 1927 per ordine del segretario generale del Partito Nazionale Fascista, Augusto Turati, l’Unione Nazionale Giovinette Volontarie Italiane fu sciolta. Il 31 marzo del 1927, dopo le prime pressioni della polizia su alcune sezioni, la presidenza generale del Corpo Nazionale, prevenne l’azione del Governo, disponendo la sospensione delle attività di tutte le sezioni e reparti del CNGEI.
Il 4 novembre 1927 anche la sede centrale dell’ARPI è costretta a sciogliere i propri aderenti da ogni vincolo associativo. Il 22 aprile 1928 il commissariato centrale dell’ASCI emana la circolare di scioglimento di tutti i suoi reparti in Italia. Lo scioglimento ufficiale dell’associazione avvenne il 6 maggio 1928 con la convocazione del consiglio generale che la dichiarava disciolta.
Nonostante ciò, alcuni gruppi scout, in varie località d’Italia continuarono a praticare clandestinamente lo scautismo, dando vita alla cosiddetta Giungla silente (il nome dato dal CNGEI al periodo clandestino;[2] termine, ormai, utilizzato dallo scautismo italiano per indicare tale contesto storico). Alcuni di questi scout clandestini presero parte alla Resistenza. Il più famoso di questi gruppi fu quello delle Aquile randagie, a Milano. Inoltre, alcuni scout sia dell’ASCI sia del CNGEI parteciparono ai tre jamboree del periodo fra lo scioglimento e lo scoppio della seconda guerra mondiale.
Il dopoguerra
Alla caduta del regime fascista nel 1943, grazie all’incoraggiamento del Governo provvisorio alleato, le associazioni scout italiane (per prima l’ASCI e il CNGEI, e poi l’UNGEI, ricostituita con la denominazione originaria, tuttavia sostituendo «giovinette» con «giovani») poterono iniziare a riorganizzarsi e riprendere le loro attività, nel 1944 nel Meridione liberato e nel 1945 in tutta Italia. Il 28 dicembre del 1943, nelle Catacombe di Priscilla a Roma, in gran clandestinità, vengono pronunciate le prime promesse delle guide italiane che porteranno alla fondazione del guidismo cattolico: l’AGI (Associazione Guide Italiane).
Il commissariato centrale dell’AGI venne ufficialmente fondato il 13 agosto del 1944. L’8 dicembre 1944 l’AGI fu riconosciuta dalla Santa Sede. Vi fu in quel periodo un ulteriore fallito tentativo di dare vita ad una sola associazione scout italiana; poi finalmente dopo laboriose trattative il 21 novembre 1944 a Roma venne firmato tra le due associazioni, ASCI e CNGEI, l’atto costitutivo della Federazione Esploratori Italiani seguito più tardi il 27 luglio 1945 dal ramo femminile, AGI ed UNGEI, che diedero vita alla Federazione Italiana Guide ed Esploratrici. Le due federazioni furono ufficialmente riconosciute dai movimenti mondiali scout e guide. Nel 1945 nel CNGEI oltre alle tre classi giovanili (lupetti, esploratori e scolte dal 1948 pionieri, corrispondenti all’attuale branca rover) sono previsti i seniori. Anche l’UNGEI nel 1946 aggiunge alle tre classi giovanili (primule, esploratrici e scolte), le seniores (o fiamme). Nel 1949 il CNGEI inquadrava i seniores nella quarta classe dell’organizzazione scout. Nel 1951, a Firenze nasce il Gran Clan Nazionale Seniores. Dal 1954 il Gran Clan diviene Clan Nazionale Seniores Scout Italiani.
Nel 1949 nel CNGEI iniziano le attività degli scouts dell’aria a cui seguì l’organizzazione di un primo corso di cultura aeronautica scout, organizzato presso la Scuola di Guerra Aerea di Firenze-Cascine. Alla fine degli anni Sessanta, evidenti difficoltà materiali e logistiche hanno bloccato lo sviluppo e le attività degli scouts dell’aria all’interno del Corpo. Nello stesso anno un contingente italiano partecipa al 4° World Scout Moot, il primo dopo la guerra. In quell’occasione ha rilevanza europea l’impresa della Freccia Rossa della Bontà organizzata dall’ASCI.
Nell’ottobre del 1952 era ridata vita a Torino all’ARPI, col nome, «più consono ai tempi», di ABSI (Associazione Boy Scout d’Italia), d’ispirazione pluriconfessionale. Verso il 1958 e il 1959, l’associazione cessò le sue attività. Nel 1953, a Lucerna, viene fondato l’Amicizia internazionale degli Adulti Scout e Guide (successivamente diventata International Scout and Guide Fellowship) e il Gran Clan Nazionale Seniores del CNGEI fu uno dei membri fondatori.
Nel giugno del 1954 le «Compagnie dei Cavalieri di san Giorgio», quarta branca dell’ASCI nata nel 1944, diventarono autonome fondando il MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Il MASCI si federò con il Clan Nazionale Seniores Scout Italiani nella FIAS (Federazione Italiana Adulti Scout) riconosciuta dall’Amicizia Internazionale Adulti Scout e Guide. Tra la metà degli anni Sessanta e Settanta, lo scautismo italiano visse una profonda crisi, relativa all’applicazione del metodo, conoscendo sconvolgimenti e scissioni, portando, parallelamente allo scautismo ufficiale, al moltiplicarsi di nuove realtà associative. Il 22 giugno del 1965, l’ingegner Aldo Marzot, già Capo Scout del CNGEI e poi fuoriuscitone, fondò a Roma l’Assoraider (Associazione Italiana di Scautismo Raider), d’ispirazione «aperta» (pluriconfessionale), non riconosciuta a livello internazionale.
All’interno all’ASCI come pure nell’AGI si aprì un dibattito teso al rinnovamento. Il dibattito portò a numerose novità nell’ASCI (nuovo sentiero, smitizzazione del capo, istituzione delle comunità capi, passaggio all’uniforme grigia in quanto meno militaristica). Questa evoluzione dell’ASCI non fu indolore. Quello che la maggior parte dell’associazione ritenne un utile progresso causò comunque forti controversie, e molti capi uscirono dall’ASCI. L’AGI, addirittura, arrivò quasi sul punto di abolire l’uniforme. Il 4 maggio 1974 per decisione dei Consigli generali dell’ASCI e dell’AGI, nasceva l’AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), che tenendo conto delle evoluzioni educative e pedagogiche del tempo, introduceva la coeducazione, la possibilità cioè di educare insieme i ragazzi e le ragazze prevedendo anche attività in comune. Alcuni capi educatori romani dell’ASCI e dell’AGI, contrari all’unificazione dei due rami maschile e femminile, fondarono il 14 aprile del 1976 una seconda associazione scout dichiaratamente cattolica, l’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici appartenente alla Federazione dello Scoutismo Europeo, conosciuti più comunemente come FSE o «Scouts d’Europa». Questa organizzazione, come si evince dal nome, aderì alla UIGSE-FSE (Unione Internazionale delle Guide e Scouts d’Europa – Federazione dello Scoutismo Europeo), struttura internazionale non riconosciuta dai movimenti mondiali scout e guide. La FSE è caratterizzata da un metodo educativo fondato sull’intereducazione. La Conferenza Episcopale Italiana riconobbe quasi immediatamente (1976) l’AGESCI come associazione ecclesiale; l’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici ottenne il medesimo riconoscimento da parte della CEI solo molti anni più tardi, con decreto del 15 ottobre 1998. Il 26 agosto 2003, inoltre, il Pontificio Consiglio per i Laici concesse il riconoscimento alla UIGSE-FSE, riconoscendo per la prima volta nel mondo un movimento scout cattolico che non aderiva alla Conferenza Internazionale Cattolica dello Scautismo o alla Conferenza Internazionale Cattolica del Guidismo.
Con l’approvazione del nuovo statuto, il 26 maggio del 1976, con Decreto del presidente della Repubblica, avviene l’unificazione totale del CNGEI e dell’UNGEI nel «Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani». Il CNGEI si orientò ad una sempre maggior qualificazione in senso laico e pluralista, ed inoltre applicò le seguenti scelte: democrazia partecipativa, coeducazione, scelta adulta e impegno civile. Inoltre, nello stesso anno, per motivi di politica associativa il Clan Nazionale Seniores Scout Italiani confluì nel CNGEI e diede origine alla «Quarta Branca». Nel 1986 si eliminò la dicitura Quarta Branca sostituendola con quella di «Branca Senior». Dal 1992 non esiste più la Branca Senior ma solo i «Senior». Con le riforme statutarie le rispettive associazioni riformarono lo statuto federale nel 1978 alla nuova realtà italiana[non chiaro].
Nel 1986, con lo scioglimento delle strutture federali maschili FEI (Federazione Esploratori Italiani) e femminili FIGE (Federazione Italiana Guide Esploratrici), si diede vita alla FIS (Federazione Italiana dello Scautismo), riconosciuta in Italia come unico membro dell’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (OMMS) e dell’Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici (AMGE).
La FSE non fu la sola associazione nata da una scissione. Nello scautismo italiano a partire dalla fine degli anni Settanta continuarono a formarsi ulteriori realtà associative, spesso a carattere locale. Queste derivano in parte da frammentazioni dalle associazioni maggiori, in parte da situazioni contingenti delle realtà locali. Nel 1986 quattro di queste piccole associazioni scout italiane si riunirono su base federativa dando vita alla FederScout, originariamente denominata Federazione Scautistica Italiana e successivamente ribattezzata Federazione del Movimento Scout Italiano; che aderisce alla WFIS World Federation of Independent Scouts, un’organizzazione scout internazionale non riconosciuta dai Movimenti Mondiali dello scautismo e del guidismo. Poiché negli anni settanta la maggior parte delle associazioni scout italiane, con varie modalità, si sono aperte anche alle ragazze, l’espressione boy scout non ha più senso, ed infatti viene usata quasi esclusivamente dalle persone esterne al movimento.
Fonte>>>https://it.wikipedia.org/wiki/Scautismo_e_guidismo_in_Italia
Essere Adulti Scout
Il metodo
Metodo, (dal greco: meta odos) vuol dire cammino, vuol dire via: un cammino per la vita intera, perché riguarda l’educazione del carattere, l’avventura, le abilità manuali, la vita all’aperto, l’imparare facendo (che non è solo l’individuale fai da te, ma un fare con i fratelli in una comunità e con un metodo comune), la comunità educante il servizio. L’educazione del carattere non si sospende da adulti perché siamo pieni di spine che dobbiamo in qualche modo toglierci. L’educazione del carattere è per un adulto disciplina interiore, e richiede una durata nell’impegno, una costanza nelle scelte morali di fondo. L’avventura non va in soffitta, per noi adulti, anzi se prima abbiamo giocato o fatto giocare all’avventura, da adulti l’avventura diventa stile di vita. Per un adulto l’avventura non è fare i “rambo”, ma è la capacità di sognare anche da adulti. Servire la natura depurando le idee dalle ideologie”
Abilità
Lo sviluppo delle abilità manuali, accompagna anche l’educazione degli adulti, in un mondo tutto mentale e automatizzato dove è facile anche disimparare ad aggiustare una bicicletta. La vita all’aperto, conserva anche per un adulto un fascino e delle potenzialità educative notevoli, perché l’ecologia, se la depuriamo dell’ideologia del 68, è un potente strumento per servire il creato (per noi credenti la creazione non è solo natura) che ci parla di Dio, primo grande libro della rivelazione e ci fa conoscere nel silenzio le parti più profonde di noi stessi.
Imparare facendo
L’imparare facendo e il metodo dell’impresa non scompaiono con la vita adulta. Anzi sono proprio gli adulti che hanno bisogno di ri-entusiasmarsi attorno ad un progetto da realizzare con le loro forze, ad una attività di servizio da intraprendere come comunità. Che per gli adulti diventa comunità educante. Ché significa? Una cosa molto importante. Da ragazzi c’è sempre un capo che ci educa. Da grandi ci educhiamo a vicenda, ci educa la comunità. La comunità diventa, in un momento di penuria di guide spirituali, una sorta di direttore spirituale, perché nella comunità vengo aiutato a crescere.
Servizio
Infine il servizio è inteso nel senso più nobile, non nel senso del puro attivismo. Per usare la parabola evangelica di Marta e Maria, il Masci non sceglie di stare dalla “parte di Marta”. È soltanto un’esegesi sciocca quella che sostiene che Marta è quella che fa le cose e Maria è quella che fa le chiacchiere. In realtà il Vangelo vuole dirci che mentre Maria è affannata nel suo attivismo in un momento fondamentale in cui il Signore della vita, entra nella sua casa, Maria è una persona unita dentro, fa ed è. Il servizio per gli adulti scout, non appartiene alla sfera del “fare”, ma a quella dell’agire, cioè “dell’essere”, del servire per essere migliori, come disse Papa Giovanni Paolo II° a Palermo nel 1995: “Il nostro agire procede dalla contemplazione della Parola del Dio vivente”